Buon Compleanno (Max Gazzè, 2013)

di Luciano Arciuolo

Una decina di giorni fa una Giorgia Meloni più dimessa del solito, per i ben noti motivi, ha festeggiato il primo compleanno del suo governo con toni trionfalistici. Proviamo anche noi a fare un bilancio.

In un anno la benzina è aumentata del 25% (un quarto) e questa è una “tassa” pagata da tutti allo stesso modo, per cui pesa soprattutto sui più deboli.

I beni di prima necessità sono aumentati del 24%, costringendo le famiglie meno abbienti a fare lo slalom tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa che costi meno e sia compatibile con le proprie entrate, sempre più magre.

I mutui per l’acquisto di una casa sono aumentati del 44% (quasi della metà), gettando nella disperazione chi si era azzardato a comprarla.

La tanto sbandierata tassa sui profitti esagerati delle banche è stata un flop o forse era solo un bluff, scegliete voi. Il ricavato, infatti, non basterà neanche a pagare l’inchiostro consumato per scriverla.

Nell’ultimo anno gli italiani in condizioni di povertà assoluta sono aumentati di 357.000 unità. In due anni i ricoveri in ospedale pubblico sono diminuiti di 800.000 unità e quasi 3 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi, semplicemente perché non se lo possono permettere.

E l’anno prossimo come andranno le cose?

La Sanità andrà ancora peggio perché se è vero, come sbandierato dal governo, che il finanziamento salirà a 136 miliardi di euro, è anche vero che, al netto dell’inflazione, questi 136 miliardi saranno pari a 110 miliardi del 2019, quando il finanziamento fu di 116 miliardi. Non per niente il governo stesso dice che la percentuale sul PIL della spesa sanitaria, che nel 2023 è stata del 6,6%, sarà del 6,2% nel 2024. In questa situazione l’unica cosa che aumenta è il finanziamento alle strutture private, per tentare di ridurre le liste di attesa. Già oggi il giro di affari del settore privato della Sanità è di 62 miliardi di euro, eppure le liste di attesa sono aumentate.

Mancano, in Italia, 32.000 medici e 250.000 infermieri. Questi numeri sì, che aumenteranno.

Le spese per investimenti previste saranno pari a Zero, se si escludono i soldi stanziati per il Ponte sullo Stretto di Messina. Gli unici investimenti verranno dai fondi europei del PNRR (ma, per Meloni e Salvini, si sa, l’Europa è cattiva e PD e 5 Stelle, che avevano ottenuto quei soldi, hanno rovinato l’Italia). A proposito, che fine hanno fatto i “sovranisti” che volevano rifiutare quei soldi?

La legge Fornero non è stata abolita, come i due promettevano di fare in campagna elettorale (addirittura nel primo Consiglio dei Ministri del loro governo). Al suo posto ci sarà “quota 104” (è aumentata anche questa…), ma solo per pochi intimi.

Di migranti, di scafisti, di ONG loro complici non parlano più, visto l’aumento del numero degli sbarchi (in barba alle promesse con le quali avevano preso i voti da tutti i razzisti e gli xenofobi) e della confusione totale nella quale è piombata la questione.

La diminuzione delle tasse per i lavoratori dipendenti nessuno l’ha vista. I più fortunati (se si possono chiamare così quelli che guadagnano meno di 15.000 euro lordi l’anno, cioè circa 850 euro netti al mese) avranno solo e letteralmente qualche spicciolo in più.

Le accise sulla benzina continueranno ad aumentare nonostante la Meloni le considerasse uno scandalo, quando era all’opposizione. Ci sarà una raffica di aumenti, dalle sigarette agli assorbenti e ai pannolini.

I tassisti, invece, continueranno a dormire sonni tranquilli, anche continuando a dichiarare 15.000 euro lordi l’anno (le tasse, secondo Meloni, sono “pizzo di Stato”).

I proprietari degli stabilimenti balneari aumenteranno ancora il prezzo di sdraio e ombrelloni, anche se continueranno a pagare, di affitto allo Stato, un euro a metro quadrato all’anno.

I Comuni, invece, avranno 200 milioni di euro in meno che, ovviamente, significano servizi ancora più scadenti, se e quando saranno ancora garantiti.

Per i disabili, infine, nel 2024 ci saranno 350 milioni in meno. A tal proposito, nessuno, credo, si è accorto che, in questo governo, c’è un Ministro per le Disabilità, che è Alessandra Locatelli, leghista. Con la legge finanziaria abbiamo capito finalmente a cosa serviva, quel Ministero…

Luciano Arciuolo

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