La fede, le devozioni e le epidemie

don Stefano Dell'Angelo

Si comunica ai fedeli che domani 29 marzo alle ore 11:00, dalla Chiesa Madre Santa Maria Assunta di Bagnoli, la Santa Messa (V domenica di Quaresima) verrà trasmessa sul canale Youtube di PT39.


Nei secoli passati il popolo bagnolese ha patito tante epidemie, vissute sempre con spirito di fede, come viene attestato soprattutto dal “testamento” dell’Immacolata. Mentre le autorità civili imponevano norme igieniche e sanitarie, nello stesso tempo, i Bagnolesi, da cristiani, esprimevano la loro fede invocando la protezione di Dio, ricorrendo all’intercessione della Madonna e dei santi protettori. Dal 1300 si affermò la devozione a San Rocco, il quale fu proclamato santo il 1329 a pochi anni dalla sua morte di peste. Ma nel secolo precedente, ad opera dell’Ordine Francescano,  aveva cominciato ad affermarsi la devozione all’Immacolata, che nel 1600 a Bagnoli Irpino divenne pari a quella a San Rocco, tanto che dopo la peste del 1656 la soppiantò.

Oltre alla devozione popolare verso la Madonna e i Santi, nel mondo cristiano, tra l’altro, esistevano le “Rogazioni” (a Bagnoli Irpino queste suppliche collettive si facevano prima dell’ Ascensione il 25 aprile a San Marco per la benedizione delle sorgenti, il 03 maggio a La Pietà per la benedizione del paese, l’08 maggio a L’Angelo per la benedizione dei campi) e le “processioni penitenziali”, molto simili alle precedenti, che, partendo dalla Chiesa Madre attraversavano il paese fino al luogo stabilito dove terminavano davanti a una chiesetta o edicola religiosa. Tali processioni penitenziali si facevano in tempi di calamità naturali, di epidemie, di siccità, di terremoti e simili.

A Bagnoli Irpino le processioni penitenziali avvenivano o portando la reliquia del Santo protettore per la liberazione da una calamità specifica o portando una grande croce in legno o la Sacra Spina (in proposito vi invito a leggere “La ‘’spina santissima della Corona di Nostro Signore’’ in Florete flores, tradizioni e riti a Bagnoli Irpino, di Ermenegildo Parenti e Giuseppe Dell’Angelo, edito nel 2017). Si riporta in tale libro a pag.15 il racconto orale di alcuni anziani nostri compaesani in merito alle processioni penitenziali fatte con la Sacra Spina: “Altri anziani ricordano che questa reliquia veniva esposta al pubblico in presenza di terremoti, epidemie, siccità, e la gente correva a baciarla con grande riverenza”.

Anche ora, per l’epidemia del “coronavirus”, è stata esposta la Sacra Spina nei pressi dell’altare dove viene celebrata L’Eucaristia festiva, che viene registrata e trasmessa via web, anche ora ricorriamo all’Immacolata e a San Rocco per la liberazione da questa epidemia, ma non si può chiedere il miracolo al Signore senza mettere in pratica le indicazioni socio-sanitarie delle autorità a cominciare dallo stare in casa e non avere contatti con le persone. Responsabilmente dobbiamo fare la nostra parte, stare distanti gli uni dagli altri per non favorire la diffusione del contagio; è un sacrificio che ci viene chiesto, a piccoli e grandi. Se mettiamo insieme le due cose, l’attuazione delle indicazioni e la preghiera intercessoria a Gesù, alla Madonna e ai Santi, allora alla fine potremo ritrovarci tutti insieme per un comune ringraziamento. Come già ho avuto modo di dire e di scrivere, non ci scoraggiamo, non andiamo nel panico, preoccupiamoci quanto basta, ma soprattutto non disperiamo, mettiamo insieme fede e speranza che questo momento diventerà solo un ricordo che racconteremo ai nostri figli e nipoti. Amen.

vs don Stefano


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