Leggere in digitale, ma con le orecchie

di Giovanni Solimine - Presidente Fondazione Bellonci (Premio Strega)

Da anni, forse da qualche decennio, si discute degli effetti che la rivoluzione digitale potrà avere sulla lettura. In tanti si erano affrettati a pronosticare la morte del libro cartaceo e la sua sostituzione con il libro elettronico, ma. a dispetto delle previsioni, ad essere stato travolto dalla rivoluzione digitale è stato soprattutto il mondo dei giornali, trascinando in una crisi profonda la stampa quotidiana e periodica. Molto meno pesanti sono stati gli effetti sul mercato del libro. Si può comprendere perché ciò sia accaduto: con la connessione in mobilità, l’informazione veloce passa in gran parte attraverso tablet o smartphone, e sempre più viene innescata dalle notifiche che ci raggiungono ovunque, mentre la lettura di libri ha conservato un carattere di profondità e continua ad aver bisogno di tempi lunghi e di concentrazione. Se a queste considerazioni aggiungiamo una qualità ancora non del tutto soddisfacente dei dispositivi di lettura e una certa timidezza da parte degli editori nell’utilizzare fino in fondo le opportunità offerte del digitale, riusciamo a spiegarci perché gli e-book abbiano avuto un successo inferiore alle aspettative, fermando su una quota di mercato del 30% circa negli Stati Uniti e su percentuali molto più basse in Europa, mostrando addirittura segni di cedimento negli ultimi anni.

Da due o tre anni a questa parte, invece, una novità molto più dirompente sta facendosi largo e riguarda i file audio, che sotto forma di podcast e di audiolibri stanno conquistando quote sempre più ampie di lettori.

Giovanni Solimine- Presidente Fondazione Bellonci (Premio Strega)

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