Regionali: il trend del voto a Bagnoli

Analisi dei flussi (di Federico Lenzi)

Per la terza volta in quindici anni le compagini di Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca si sono sfidate per la conquista di palazzo Santa Lucia. In una tornata elettorale segnata dalla pandemia, l’ex sindaco di Salerno ha vinto a mani basse. Per la prima volta l’Alta Irpinia non è riuscita ad eleggere alcun rappresentante, sancendo la fine di un’epoca per la politica regionale.

Le elezioni regionali sono da sempre l’occasione per serrare i ranghi e misurare la forza delle compagini politiche locali e nazionali. Anche Bagnoli Irpino non si sottrae a questo gioco di potere. Numerosi sono stati i comizi, come numerose saranno le conseguenze del voto per le sorti del Laceno. Da sempre le regionali sono il mezzo per assicurarsi un appoggio a Palazzo Santa Lucia, dove transitano gran parte dei fondi europei. Vista l’importanza di questo voto, abbiamo deciso di analizzare le tendenze delle ultime tre tornate elettorali. Quest’esercizio ci aiuta a comprendere i

nuovi equilibri sanciti dalle urne.  La nostra analisi parte dal voto per il governatore, passando alle preferenze raccolte dalle fazioni locali e toccando, infine, la questione referendum.

Questi grafici mostrano la percentuale di voti riscossa dai vari candidati alla presidenza, nelle quattro sezioni elettorali di Bagnoli. Il primo grafico riporta la percentuale di voti riscossi da Stefano Caldoro dal 2010 a oggi. E’ evidente come il suo consenso sia venuto meno elezione dopo elezione. Nell’ultima tornata elettorale è letteralmente collassato nella sezione 4 con quasi il 10% di preferenze in meno. La sezione a perdere meno terreno è la tre, ma si riscontra un forte calo anche nella sezione della candidata locale (2). Il secondo grafico mostra, invece, i voti riscossi da De Luca. E’ evidente come le sezioni 1 e 3 siano sempre state dalla parte dello sceriffo di Salerno, ma quest’anno la sezione 4 ha fatto segnare un record con quasi il 70%. D’altro canto, la sezione 2 si mostra come la più ostile per l’attuale governatore. Il terzo grafico mostra la variazione totale dei voti raccolti dai vari candidati. Caldoro aveva riscosso più del 40% dei voti nel 2010, ma nell’ultima tornata si è fermato poco sotto il 30%. Ne approfitta De Luca che raddoppia il suo vantaggio toccando quasi il 60%. Le regionali non sono mai state la specialità del “Movimento 5 Stelle” e questa regola viene confermata anche a Bagnoli Irpino. Il partito di Beppe Grillo ha registrato un exploit nelle scorse

elezioni, ma soffre il calo a livello nazionale in quest’ultima tornata. A fargli compagnia ci sono le liste della sinistra più radicale, il cui consenso è andato spegnendosi col tempo. I prossimi grafici ci aiutano a comprendere meglio l’evoluzione di questi partiti.

Iniziando da destra notiamo come la base del “M5S” locale si trovi nelle sezioni 3 e 4, dove nel 2010 si registrarono consensi al di sopra del 10%. Le sezioni 1 e 2 sono storicamente le più scettiche verso il progetto di Gianroberto Casaleggio. Il tracollo della gestione Di Maio è lampante in tutte le sezioni: nella sezione più grillina del paese(4) va in fumo oltre il 10% delle preferenze. E’ importante precisare come il “Movimento 5 Stelle” si è costituito nella sua attuale forma con la candidatura di Valeria Ciarambino nel 2015 e nel 2020. Nel 2010 era rappresentato dalla lista di Roberto Fico. Passando al secondo grafico notiamo come i candidati governatore della sinistra radicale piacciono sempre meno all’elettorato bagnolese. Se nel 2015 alcune sezioni viaggiavano sopra il 3%, nell’ultima tornata si è a malapena raggiunto il 2%. Ancora una volta è la sezione 4 a segnare lo sbalzo più marcato: da primo baluardo della sinistra radicale a fanalino di coda. Infine, l’ultimo grafico ci mostra come la destra più estrema raramente corra da sola per la presidenza.

A questo punto è bene indagare come si sono mossi i flussi elettorali durante le ultime tre elezioni. Pertanto, abbiamo calcolato la correlazione tra i voti per il governatore nelle quattro sezioni (dal 2010 a oggi).

E’ evidente come le preferenze dei bagnolesi si siano mosse dal “Movimento 5 Stelle” e dalla galassia di partitini di sinistra verso l’area del governatore De Luca. Notiamo una correlazione negativa: più voti prende una lista e meno ne prende l’altra. Quindi si tratta degli stessi elettori che cambiano preferenza. E’ bene notare come questa migrazione verso De Luca sia più forte tra le fila dei “5 Stelle” (-0.99) che tra quelle della sinistra radicale (-0.78).  Non risultano correlazioni tra le altre liste e quella di Caldoro. Ciò significa che il voto alla candidata locale è spesso arrivato da altre liste con il voto disgiunto. La lista Caldoro ha costantemente perso elettori, ma non abbiamo avuto una migrazione statisticamente significante verso altri lidi.

Con l’aiuto di Giulio Tammaro abbiamo rinvenuto i voti di preferenza dal 2010 a oggi, rintracciando i candidati appoggiati dalle varie fazioni di volta in volta. Per misurare la forza dei partiti locali abbiamo calcolato la percentuale di preferenze per il loro candidato (quello per cui hanno chiesto il voto) sul totale dei voti della sezione. Storicamente Bagnoli era diviso in maniera netta tra due

schieramenti: democrazia cristiana (“Dc”) e partito comunista, poi partito democratico (“Pd”). Nel corso degli anni il duopolio dei partiti della prima repubblica è venuto meno. Recentemente si sono imposte le compagini di Maria Vivolo e del “Movimento 5 Stelle”. Al contempo, si è affermata una silente fazione della società civile a supporto del dott. Carlo Iannace. Questa fazione non è un partito e non fa propaganda, ma raccoglie un numero consistente di preferenze. L’ultima tornata elettorale ha visto il debutto in chiave regionale di due nuove forze politiche: la “Lega Nord” con l’avv. Salvatore Vecchia e la “Giovane Sinistra” con Francesco Todisco. Da ultimo, lo spoglio ha rivelato l’esistenza di un buon numero di sostenitori di Maurizio Petracca, seguiti a ruota dai sostenitori di

Livio Petitto e della dott.ssa. Adele Nigro. Nelle prossime tabelle analizziamo il risultato elettorale per ognuna di queste fazioni.

Non potevamo non partire da Maria Vivolo, regina nelle preferenze delle ultime due tornate elettorali. La candidata bagnolese aveva lanciato la sua candidatura tra le fila di Stefano Caldoro con lo slogan “l’Irpinia prima di tutto”. Il risultato delle urne la lascia in Irpinia e le sbarra ancora una volta il cammino verso Napoli. Dopo l’exploit delle scorse elezioni, si registra un cospicuo calo delle preferenze in tutte le sezioni. Ad azzoppare la corsa della candidata bagnolese è proprio il suo quartiere, nonché ex roccaforte. Nella sezione 2 si registra un crollo dei voti del 35%. La sezione 4 si riconferma la più ostica alla Vivolo, mentre la sezione 3 è quella a tenere meglio. Questo risultato risente dei forti scontri degli ultimi anni, iniziati dall’uscita dalla giunta Nigro e culminati con la sconfitta sul filo di lana alle ultime comunali. Nonostante ciò, a Maria Vivolo resta l’onore di aver lottato per rappresentare Bagnoli in regione. I dati del 2010 fanno riferimento alle preferenze raccolte per i candidati della lista “Caldoro Presidente”.

Passando ai partiti della prima repubblica, notiamo una situazione di parità tra il 12% e il 14% di nelle

regionali del 2010. Le regionali del 2015 sono state segnate dall’avanzata del populismo, con un cospicuo calo di preferenze per entrambi le liste. Il tracollo maggiore fu per la “Dc”, ma le recenti elezioni ribaltano il risultato mostrandola in pieno recupero. Lo stesso non si può dire del “Pd” che ha ufficialmente supportato la terza candidatura consecutiva di Rosetta D’Amelio. “Rosetta sicuramente” a Bagnoli più che a Lioni: alle pendici del Laceno perde molti meno che nel suo paese natale. Il “Pd” aumenta la percentuale di preferenze solo nella sezione 3, ma soffre altrove. Le sezioni 1 e 4 guidano la riscossa democristiana, mentre le sezioni 2 e 3 convergono poco sotto il 6%. La sezione 2 si dimostra la più ostile ai cercatori di voto di entrambi le fazioni. Da ultimo, è bene notare il caso Petracca. Fuoriuscito dalle file democristiane, beffa tutti e anche a Bagnoli raccoglie un cospicuo tesoretto. La scelta di passare al “Pd” è premiata dalle sezioni 4 e 3, ma è punita dalle sezioni 2 e 1. Nella sezione 3 Petracca batte il candidato democristiano Rosato sul filo del rasoio: 7% vs 6%. Questo viene a verificarsi nel paese amministrato da una coalizione “Dc” e “Pd”. Questa corrente silente a supporto di Petracca sceglie l’unico cavallo vincente e si assicura un referente in regione, ma non può che irritare i coinquilini del palazzo comunale.

Venendo ai nuovi volti della politica bagnolese, per il “Movimento 5 Stelle” si ripete quanto visto nei voti per il governatore. E’ importante notare, come le preferenze raccolte siano molte meno della percentuale di voti al partito. Questo mette in dubbio la reale struttura organizzativa sul territorio. L’entusiasmo per il “drive in rosa” a Lago Laceno trascina le preferenze per il dott. Carlo Iannace. Il

noto chirurgo quadruplica la sua percentuale nella sezione 4, seguono la 3 e la 1. Si registra, invece, un calo nella 2. Sulle ali della “Giovane Sinistra” vola il consenso per Francesco Todisco. Si tratta di un risultato agrodolce per la compagine giovanile bagnolese: non riesce a catalizzare tutti i voti della sinistra (lontana dal “Pd”) e della società civile, fermandosi ad alcune decine di preferenze dai partiti storici. La soglia psicologica dei cento voti è a pochi passi, ma l’entusiasmo delle sezioni 1 e 2 non basta a trainare la 3 e 4.

Il sindaco del paese più leghista d’Italia all’assalto del borgo altirpino per il 7 a 0 di capitan Salvini, vince ma non convince. Le sezioni più leghiste si confermano la 2 e la 1, con quasi il 6% delle preferenze. E’ un ottimo risultato, ma non basta a conquistare la regione. Salvini attacca i dirigenti meridionali, ma probabilmente le sue erano aspettative immotivate. Segue a ruota Livio Petitto, candidato appoggiato dal sindaco Festa di Avellino. Da ultimo, si segnala un buon numero di preferenze per dott.ssa Nigro che batte la Lega nelle sezioni 3 e 4.

Per questioni di spazio non riportiamo le correlazioni per i voti di preferenza. Tuttavia, è statisticamente significativo una migrazione delle preferenze da Vivolo a Vecchia, Petitto, Todisco, D’Amelio e Nigro. Anche le preferenze a cinque stelle sembrano migrare verso questi candidati, fatta eccezione per D’Amelio. Da ultimo, i voti della democrazia cristiana sembrano soggetti a oscillazioni verso Vivolo e i cinque stelle. Non si evidenziano migrazioni statisticamente rilevanti dal “Pd”.

Passando al referendum gli unici partiti ad aver fatta campagna elettorale sono stati il “M5S” per il sì e la “Giovane Sinistra” per il no. Gli effetti di questa campagna elettorale si sono visti nel voto finale: nelle classiche sezioni grilline (3-4) predomina il sì, mentre nelle sezioni forti della “Giovane Sinistra” (1-2) aumentano i no.

Lo stesso risultato è statisticamente significante correlando al si la percentuale di voti raccolti da queste fazioni nelle varie sezioni. Tuttavia, l’impatto della campagna della “Giovane Sinistra” è stato minore per magnitudo e margine d’errore. Risultato scontato viste le ingenti risorse mobilitate sui social dal partito di Casaleggio, e considerato lo scarso impegno delle altre fazioni di sinistra (locali e nazionali).

Federico Lenzi

(La foto di copertina è stata realizzata da Fabio Morrone)


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