La Croce dell’ucciso
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Tant’anni or sono,
forse assai più di cento,
in un crocicchio desolato
del borgo ove son nato,
ammazzarono un uomo.
Vi eressero una croce.
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Nelle notti oscure,
quel tragico legno
incute terrore.
Sembra una forca
sulle plumbee nuvole erranti
o sul cielo senza stelle.
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Alla luce, poi, del sole
o dei raggi lunari,
quell’enorme croce nera,
proietta al suolo
una fosca ombra
che s’allunga, s’accorcia, s’allarga,
sbarrando il cammino
ai pochi sbigottiti
passanti frettolosi,
che si segnano a capo chino,
balbettando una prece.
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Quella croce benedetta,
da oltre un secolo eretta,
muta continua a narrare,
incessantemente,
inesorabilmente,
la storia macabra
del tristo assassinato.
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Ne tremar di paura
vecchi, giovani, bambini.
E giuran tutti,
che pur col segno sacro,
nel luogo del delitto,
sempre, sempre appare
ostinatamente,
nei più strani aspetti,
il lugubre spettro
del dannato maledetto.
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Onorio Ruotolo

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