Nessun diritto è senza doveri

di Federico Lenzi

Il ruolo di Palazzo Tenta 39 e il limite tra libertà d’espressione e giungla populista

Fuori dalla Rete si definisce un periodico di approfondimento e cultura, ma in alcuni editoriali assistiamo al sistematico trionfo di notizie false, complottismo, disinformazione e chi più ne ha più ne metta. Come se non bastasse questi scritti promuovono l’odio sociale e di classe, senza fornire basi e dati oggettivi sulle loro posizioni.

A questi pezzi d’autore si somma anche una sfavillante sezione social. Periodicamente qualche lettore a caso si sveglia e commenta con una massima del tipo: “Non ho letto l’articolo, ma..”. A questo primo luminare poi si accodano tutti gli altri e parte un’intera discussione dove tutti si sentono in dovere di esprimere la propria opinione senza aver letto nulla. Per di più, se una persona esprime le proprie opinioni in maniera pacata viene del tutto ignorata. L’unica cosa capace di catturare l’attenzione dell’utenza sono i pettegolezzi e le risse. A fine giornata i social finiscono per essere un catalizzatore di discordia su meri luoghi comuni buttati a caso. Tutto questo avviene senza che nessuno si degni di aprire l’articolo ed informarsi sul problema. Insomma, i social stimolano il peggio delle persone e distruggono i buoni propositi dei singoli utenti presi al di fuori di questo contesto. Viviamo in una società dove i soggetti fragili ed i loro familiari non possono sentirsi liberi di usare la mascherina senza essere derisi e giudicati. Viviamo in un posto dove con una mano si raccolgono aiuti per l’Ucraina e con l’altra si condivide sui social pieno sostegno a Putin. Tutto allo stesso tempo! Gli Italiani odierni sono sempre proni a denigrare la loro nazione, ma quando si tratta di svolgere il proprio dovere eccoli nelle vesti dei furbetti di turno verso cui solitamente inveiscono. Viviamo tempi in cui è lecito avere opinioni positive o negative su un tema, ma si parte a priori col denigrare l’individuo.

Il punto è il seguente: tutti hanno il Diritto ad esprimere la propria opinione, ma prima c’è il dovere di documentarsi e il dovere di non denigrare la dignità altrui. La Costituzione garantisce la libertà di espressione, ma provvede anche a porre dei limiti ad essa. Stesso dicasi per tutte le altre norme del Codice penale da tenere a mente nella sua applicazione. Insomma, smettiamola di citare la legge per convenienza. “Nessun diritto è tiranno” ha sancito la Corte costituzionale nel 2013, ma nelle sezioni social di ogni giornale online (nazionale, o locale) il diritto di esprimersi a caso è tiranno da un bel po’ di tempo!

Invito a leggere la seguente intervista al presidente del Comitato Parlamentare Per la Sicurezza della Repubblica. L’Italia, come altre democrazie occidentali, è vittima di una campagna di disinformazione da parte delle autocrazie. L’obiettivo è stimolare tensioni e minare alla base il patto sociale su cui essa si fondano. Dalla Brexit a Capitol Hill tutti i punti più bassi delle democrazie occidentali sono legati a disinformazione pagata da nazioni ostili e a movimenti populisti. I nomi e cognomi sui contatti Italiani della disinformazione straniera li trovate nelle inchieste di “La Stampa”.

Le libertà da voi tanto sventolate oggi sono a rischio. Siamo ufficialmente in guerra. Siamo in una guerra ibrida volta a metterci gli uni contro gli altri, distruggendoci dall’interno. Come cittadini Italiani, oggi come ieri, siamo chiamati a difendere la patria dal populismo e dalla disinformazione che ne mettono a rischio la tenuta sociale. L’odio e la divisione sono l’obiettivo dei nostri nemici, ma è il nostro stesso inno nazionale a rammentarci che “Uniti per Dio chi vincer ci può?”.

Se vogliamo davvero rilanciare l’Italia e le nostre comunità dobbiamo davvero unire le forze ed essere più oggettivi. Anzi, avere l’onesta intellettuale di ammettere quando si ha torto ed essere aperti ai compromessi. E’ sotto gli occhi di tutti come stabilità interna ed un forte patto sociale siano alla base di ogni nazione di successo. Per una volta smettete di lamentarvi per quello che non avete e rendete grazie/difendete tutto quello che la nostra democrazia vi offre. Altrimenti, andate a chiedere asilo politico verso le vostre tanto osannate autocrazie di destra o sinistra (in base alla natura del vostro delirio ideologico).

Tornando al nostro discorso, come si salva l’Italia? Combattendo le divisioni propagandate dai nostri nemici. Combattendo il populismo! E come si combatte il populismo? Il populismo non si combatte con le belle parole, ma andando a bonificare le paludi in cui esso prospera. Queste paludi sono i mezzi d’informazione dove le fake news la fanno ormai da padrone. Come si bonifica una palude? Si bonifica partendo dal piccolo e procedendo pian piano al grande. Quindi dobbiamo partire proprio da Bagnoli, se teniamo al bene del nostro paese. A Bagnoli questa palude viene spesso a coincidere con Palazzo Tenta39. Sarà duro ammetterlo per molti e ne sono cosciente. Tuttavia, bisogna essere forti e non cadere nella prostituzione intellettuale per qualche copia/visualizzazione in più. Quando tutto è iniziato nessuno pensava sarebbe finita così. Eppure, oggi i danni del populismo sono sotto gli occhi di tutti: sbagliare è umano, ma perseverare in questa direzione è diabolico. Arrivati a questo punto possiamo essere diretti (il populista medio avrà già tirato le sue irrilevanti conclusioni mezz’ora fa sul titolo), Palazzo Tenta può dare un taglio al populismo in questo modo:

  • Bloccando senza indugi tutti i commenti e le interazioni sui canali social. I commenti ai post dei siti d’informazione locali e nazionali sono una delle maggiori forme di espressione/aggregazione per il populismo. Chi ha davvero intenzione di esprimere la sua opinione deve prendersi l’onere di scrivere un editoriale per il sito. Come ben vedete non stiamo parlando di censura, ma di porre dei minimi requisiti per l’elaborazione di un pensiero critico. E’ sotto gli occhi di tutti come, sui social, le persone non siano in grado di bilanciare correttamente i loro diritti e doveri;
  • Rimandando indietro agli autori gli articoli infestati da fake news, invitando a riportare fonti attendibili a pie di pagina. Si tratta di un ottimo modo per aiutare queste persone a sviluppare un proprio pensiero critico su dati reali. Anche qui non stiamo parlando di censura, ma di un minimo controllo editoriale da sempre esistito nei liberi giornali;

Rimandando indietro gli articoli contenti insulti ed altri atti denigratori verso il prossimo;

E’ un luogo comune dire come Bagnoli abbia bisogno d’idee nuove e propositive. La verità è ben diversa: Bagnoli, come l’Italia, è in preda al populismo più becero e sfrenato. Bagnoli vuole vivere in una festa continua tutti diritti e niente doveri. Poi, quando ci si trova nei guai, si va alla ricerca del capro espiatorio di turno e del povero martire delegato a cacciarli fuori dai casini per essere scaricato subito dopo. Si è creata una realtà parallela dove chi dice qualcosa di sensato non è una persona normale ed i folli sono considerati persone di buon senso. Fare il bene di Bagnoli, significa rimetterla in riga e non cedere agli istinti di pancia del populismo. Palazzo Tenta è un ottimo posto da dove iniziare questo risanamento. Anzi, questa guerra di liberazione dal populismo! Pertanto, non mi resta che chiudere con un grosso in bocca al lupo al nuovo Presidente ed al direttivo tutto. E’ stata una riflessione molto dura, ma era doveroso tracciare il limite tra libertà d’espressione e giungla populista.

Federico Lenzi

(da Fuori dalla Rete, Ottobre 2022, anno XVI, n. 4)

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