Pino Daniele rivive in una scultura di Dino Vincenzo Patroni

di Paolo De Luca

A dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, voce di Napoli e sicuramente orgoglio di tutto il Sud d’Italia, ci piace pubblicare qui l’immagine di un’interessante e particolare scultura del M° Dino Vincenzo Patroni, eseguita dall’artista dopo pochi mesi dalla morte del cantautore napoletano, per essere esposta in una mostra-concorso in Spagna presso il Museo della Musica di Barcellona. L’opera ha per titolo “Napule…è, omaggio a Pino Daniele”. E’ una scultura realizzata in ferro tondino, alt.cm.120, proprietà dell’autore.

Riportiamo di seguito l’articolo di Paolo De Luca, scritto in occasione di quell’evento e pubblicato on line su “Repubblica.it” il 07 dicembre 2015 con questo titolo:  “A Barcellona un’opera omaggio a Pino Daniele dell’artista salernitano Vincenzo Dino Patroni”: “…Quel suo viso, inconfondibile e corrucciato, sembra cristallizzato in una smorfia di canto. Pino Daniele grida la sua “Napul’è”, da quelle sottili e delicate linee in ferro battuto, foggiate dall’artista salernitano Vincenzo Dino Patroni. Un’opera inedita, omaggio al “Lazzaro felice”, intitolata come uno dei suoi brani più amati (ma scritto in maniera diversa, “Napule…è”) e fortemente voluta dal Direttore spagnolo Jaume Ayats, per un allestimento speciale nel suo Museo della Musica a Barcellona. La scultura, infatti, è stata selezionata insieme ad altre diciannove, firmate da altrettanti artisti internazionali, per una speciale mostra-concorso intitolata “Musica tridimensionale-omaggio alla chitarra”, realizzata con “ICRE”, Fondazione che si occupa di ricerca nel campo dell’arte contemporanea, presieduta da Jorge Egea. Patroni, classe 1947, espone accanto a colleghi americani, austriaci, finlandesi, francesi e, naturalmente, spagnoli. Ex professore di Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti a Napoli, pittore per vocazione e scultore, l’autore non nasconde una certa emozione nel raccontare il suo lavoro: “E’ un’opera del cuore – dice Patroni – il mio personale omaggio ad un grande artista emblema della musica napoletana e non solo”. “Napule…è”, elaborata in quindici giorni di attività continua e patinata opportunamente color ruggine per darle quel senso di “vissuto” in più. La sua altezza è di circa m.1,20 ed è composta da tondini di ferro, saldati attraverso forme disegnate dallo stesso Patroni. Il risultato racconta una storia, da guardare con attenzione nei dettagli, il ferro, poggiato su una base di legno massello, viene concepito come una sorta di vulcano in eruzione.  “Basta osservare la parte inferiore della scultura – aggiunge Patroni – il Vesuvio è riprodotto in maniera stilizzata, con alcune linee incurvate”. Quel sottile giro di ferro, si trasforma in Golfo di Napoli ed è un vero e proprio pentagramma, su cui sono impresse le prime note di “Napul’è”, il vulcano sembra poi partorire una “nube d’arte”, un’eruzione di musica e chiavi di violino e basso, che rappresentano la creatività di Pino Daniele; il cantautore è frutto di questa terra, uno dei suoi prodotti migliori, impossibili, forse, altrove. Ed ecco, Pino lassù, sulla cima della scultura, fermo a cantare circondate dalle sue amate chitarre.”

Paolo De Luca – (da Fuori dalla Rete Marzo 2025, anno XIX, n. 1)

L’OPERA

 

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