Le guerre, soprattutto in Ucraina e in Terra Santa, sono sempre lì, le speranze che finissero con la pace sono svanite o quasi, anzi dai media che visioniamo sembrano acuirsi e andare di male in peggio. Come è vero!: quella pace che a parole diciamo pure di volere, nella realtà dei fatti non siamo disposti a “barattarla” con niente. Questo come individui, e a livello di stati, oggi dovremmo dire di continenti, tutti vorremmo che i belligeranti si stringessero la mano! Strano, no?
Con l’anno liturgico in corso è iniziato l’ANNO SANTO ORDINARIO.
Abbiamo ascoltato e ascoltiamo continuamente di iniziative per acquistare le indulgenza [ l’indulgenza è la remissione delle pene causate dal peccato che non sono state rimesse in altri modi. Per ogni peccato c’è la colpa e la pena; la colpa viene perdonata quando veramente pentiti chiediamo perdono a Dio, la pena per i guasti spirituali inflitti al Corpo Mistico della Chiesa viene cancellata quando finalizziamo alla cancellazione della pena, penitenze, sacrifici, mortificazioni, ecc.. Se queste non sono bastate possiamo supplire con le indulgenze lucrate nel modo giusto secondo le indicazioni della Chiesa]. Le iniziative sono sia nazionali, che diocesane e parrocchiali.
Ma tutto poi si riduce a una sola domanda: quanto personalmente siamo disposti a farci coinvolgere spiritualmente, quanto realizzeremmo volentieri un cambiamento radicale nella nostra vita che continuamente chiamiamo cristiana, ma che poi nella realtà di cristianesimo non se ne parla, a meno che non sia un cristianesimo “costruito personalmente e autogestito” ma che non coincide con la parola di Gesù e gli insegnamenti della Chiesa, che Gesù stesso nel Vangelo ha stabilito come “madre e maestra”.
Sto parlando: di CONVERSIONE!
L’Anno santo giubilare è un’occasione particolare e speciale per questa verifica personale che porti a un cambiamento di vita che rispecchi gli insegnamenti di Gesù!
La Pasqua è arrivata! Pasqua vuol dire risurrezione, abbandono dell’uomo “vecchio” per essere uomo “nuovo”, uomo luminoso, uomo risorto a vita nuova, alla vita di Cristo Gesù che si attua nel rapporto fraterno con gli altri.
Se vivere il Giubileo e celebrare la Pasqua ci fa rimanere “quelli di sempre”, allora vuol dire che ci siamo saziati di parole vuote per gettare fumo negli occhi agli altri che ci osservano.
Per questa Santa Pasqua proviamo a risorgere veramente e, augurandoci più serenità e tranquillità, personale, familiare, parentale, lavorativa e sociale, vorrà dire che tali virtù le abbiamo acquisite e le doniamo agli altri con rapporti fraterni. Vorrà dire che vogliamo vivere più in pace, con noi stessi, con gli altri, col mondo che ci circonda.
Alla mia carissima comunità auguro una Santa Pasqua di Risurrezione e di vita, di gioia e di pace, di serenità e tranquillità, di fraternità e vero amore.
Buona Pasqua!
Don Stefano
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